lunedì 15 giugno 2009

Anime digitali


Come dicono da molti anni ormai i sociologi, ma come ci avevano già mostrato la letteratura e il cinema, in libri ed immagini divenuti di culto (bastino due sole citazioni in proposito, una per parte: 1984 di Orwell e Metropolis di Lang),
siamo di fronte ad una accelerazione della già profonda trasformazione delle nostre società, che sotto la spinta del progresso tecnologico e dell'organizzazione del lavoro in modalità seriale e iperspecializzata ha travolto ormai la concezione tradizionale dell'individuo centrata su un assetto identitario costante e ben definito nelle sue caratteristiche costitutive.
La globalizzazione, se vogliamo, non è che l'aspetto economicamente centrato della odierna massificazione delle coscienze e l'esportazione su scala planetaria della condizione umana post-moderna, fatta di individui che in ogni parte del mondo fanno le stesse cose, vivono la stessa vita, patiscono gli stessi desideri irrealizzabili e sognano le stesse immagini (magari il fondale degli spot della Coca Cola!).
Qualcuno potrebbe addirittura obiettare che l'ideale 'comunista', o almeno una sua ibrida versione, abbia finalmente trovato la sua dimensione terrena, se non fosse che di 'comune' nelle nostre società moderne non c'è che il disperante sentimento di isolamento, di essere soli in mezzo alla folla, di non aver più accesso alla dimensione simbolica dello scambio umano e di quella alterità che genera senso e significato all'esistenza individuale.
Come tutto questo si rifletta nell'ambito psicologico individuale e intersoggettivo è ben visibile nelle nostre attuali esistenze, nelle modalità di interazione sociale, nella condizione alienante del 'buon consumatore', che si lascia prendere per mano dalle compulsioni al possesso e dai 'consigli per gli acquisti' fin quasi dalla culla (e così via regolarmente, fino alla tomba).
Lo stesso 'ambiente' in cui viviamo le nostre esistenze odierne, le 'città' di un tempo, sono oggi qualcosa di più simile ad agglomerati urbani in continua, incontrollabile espansione, che si connettono tra loro come accelerate proliferazioni dendritiche osservate al microscopio e che hanno nei centri commerciali (come un po' in tutti i famosi 'non luoghi' di Marc Augè: aereoporti, stazioni, metropolitana, etc..) le nuove cattedrali, nuovi punti di aggregazione in cui le differenze individuali si annullano e emerge il codice unico della specie.
Quindi il web, nuovo grande mediatore e collettore dell'immaginario moderno, che per certi versi supporta e alimenta questa condizione di alienazione dell'uomo moderno ipertecnologico con le sue 'repliche' virtuali (il modello di Second Life, ma anche la possibilità di dinamiche interpersonali fortemente sbilanciate in termini di ambiguità e illusorietà che si determinano su cosiddetti 'social networks').
Anche la psicologia e la psicoterapia quindi hanno di fronte il compito urgente di inquadrare l'esatta portata di tali scenari esistenziali in rapida trasformazione, per proporre idee nuove alle persone, poterne decifrare i nuovi e angosciati silenzi e rispondere alle mutate forme in cui si esprime oggi la sofferenza mentale.
La stessa idea di un 'Io' coeso, solido, quasi rassicurante nelle sue narrazioni nevroticizzate o cristallizzate nelle psicosi, come ce l'avevano trasmessa Freud e la psicoanalisi fin quasi alla soglia del secolo scorso (il XX, si intende), ha oggi lasciato il posto alla 'liquidità' - secondo il termine coniato da Z.Baumann - delle identità soggettive, alle versioni discontinue di una psiche moderna frammentata in sotto-identità parziali che perdono il senso del loro esserci e della loro potenziale narrazione in termini di vissuto condiviso e riconosciuto, come in modo drammatico si osserva nelle nuove forme di disagio delle fasce più giovani della popolazione.
Questa sembra la sfida oggi più importante per le attuali scienze dell'uomo: riuscire a tracciare un quadro coerente delle profonde trasformazioni psichiche e socio-culturali in atto nelle società moderne e delle conseguenti ripercussioni in termini di manifestazione del disagio psichico e interpersonale, del malessere di quella che oggi potremmo definire un'anima 'digitale'.

F.Maddalena